L'Europa continua a farci invadere dall'Olio Tunisino.
Una delle risorse principali del Mezzogiorno d'Italia
è l'agricoltura, motore di sviluppo che può offrire tanto in termini di
crescita dell'occupazione e del Pil. Un settore che contribuisce a sostanziare un positivo aumento della crescita è
quello delle esportazioni, soprattutto quelle di olio extravergine d'oliva.
Nonostante
ciò, l'Unione Europea continua a favorire le grandi Multinazionali abolendo i
dazi sull'olio proveniente dalla Tunisia dove i fattori di produzione costano
meno e quindi è facile sbaragliare la concorrenza facendo leva sul prezzo
finale.
Ne fanno le spese i nostri produttori che trovano sempre meno
conveniente puntare su questo settore che in realtà dovrebbe essere un valore
aggiunto per la nostra già martoriata Terra.
Analizziamo nel dettaglio questo fenomeno:
L'olio Tunisino in genere entra in Italia pagando un dazio che si aggira circa
ad 1,24€ per ogni Kg, un sovrapprezzo così abbondante che mette fuori mercato i
prodotti di bassa qualità. La Commissione Europea però ha proposto di azzerare
questo dazio, ufficialmente per aiutare la ripresa economica della Tunisia
colpita dagli attentati del fondamentalismo islamico, siamo sicuri che sia
davvero questo il motivo?
Carapelli, Bertolli e Sasso sono tra i più grandi marchi dell'olio Italiano,
anche se tutti e tre sono stati venduti ad una grande industria Spagnola, la
Deoleo. La Deoleo a sua volta è stata venduta alla CVC un fondo finanziario con
sede a Londra. Questi grandi marchi importano Olio Tunisino a prezzo
stracciato, scrivono sul fronte della Bottiglia "Olio Italiano" e poi in
piccolo nel retro possiamo notare come sia in realtà "Olio Extra-Comunitario",
mentre i nostri produttori continuano a chiudere battenti, non potendo
concorrere.
Ecco perché questa bufala dell'aiuto all'economia della Tunisia, che in realtà
ultimamente ha visto anche un calo delle produzioni di olio, sembra più un
pretesto per favorire le solite grosse Aziende,
si spera che la prossima classe Dirigente che siederà in parlamento farà
di tutto per annullare questo ennesimo attacco all'economia del Sud, e dell'Italia
in generale.